
Immagina di aprire il tuo editor, scrivere in italiano quello che vuoi creare e vederlo trasformarsi in codice funzionante in pochi secondi. Non è fantascienza: è vibe coding.
Questa nuova filosofia di sviluppo si basa su un'idea semplice ma potente: descrivere cosa vuoi fare, e lasciare che un assistente AI si occupi del come. Non significa eliminare il programmatore umano ma piuttosto liberarlo dal peso della scrittura meccanica per lasciargli spazio alla parte più importante: pensare.
Cos’è il vibe coding?
Vibe coding è il nome dato a un modo di lavorare che unisce AI generativa, sviluppo software e flusso creativo. Il termine richiama l’idea di “seguire il vibe”, cioè lasciarsi trasportare dall’ispirazione, proprio come un musicista improvvisa una melodia. Tu fornisci l’intento, l’AI ti propone soluzioni, e insieme iterate fino a raggiungere il risultato.
È un processo conversazionale, più vicino a una jam session che a una classica sessione di debug.
Come funziona nella pratica?
Apri il tuo editor (magari uno come Cursor o Replit) ed inizi il progetto con una richiesta tipo:
“Voglio una to-do list minimale con dark mode e salvataggio locale.”
E in pochi istanti, hai uno scheletro funzionante. Da lì puoi intervenire, affinare, cambiare direzione, senza mai perdere il ritmo. L’AI è il tuo copilota, non il tuo sostituto.
Perché potrebbe piacerti (molto)
Meno frustrazione, più flow – Quando elimini i blocchi tecnici iniziali, entri subito in uno stato mentale produttivo.
Velocità di prototipazione – Ottimo per freelance e startup: testare idee non è mai stato così rapido.
Inclusività – Anche chi è all’inizio può costruire cose reali senza sentirsi sopraffatto dal codice.
Più spazio per il design e l’esperienza utente – Non sei costretto a passare ore su boilerplate o documentazione.
Attenzione però…
Il vibe coding non è una bacchetta magica. Serve senso critico, conoscenza del contesto e la capacità di valutare il codice generato. È un superpotere ma come tutti i superpoteri richiede responsabilità.
Il Vibe coding non è solo una moda: è una nuova mentalità. Non toglie valore al lavoro del developer, lo eleva. Se sei un freelance o un dev indie questa filosofia può cambiarti la vita: meno tempo speso a “fare le cose” e più tempo per fare le cose giuste.